Thu Apr 20 12:01:17 CEST 2023

Rigenerazione, Ricostruzione, Recupero, Riuso e Resilienza del patrimonio al centro del workshop promosso dall'Agenzia. L’evento del 18 aprile è stato un momento di confronto tra istituzioni e mondo accademico sulle strategie di resilienza e le sfide della ricostruzione post sisma

La Cura degli edifici per creare valore per i territori e generare impatti positivi per l’economia: l’immobile come elemento in grado di cambiare il volto delle città e lo stile di vita delle persone, soprattutto nei territori più fragili. “Non è più possibile rigenerare un immobile pubblico senza prendersi cura anche dei fabbisogni del territorio che lo ospita. Parliamo di una rigenerazione a tutto tondo, economica, sociale, culturale. L’Agenzia sta lavorando in modo nuovo affinché l’intervento di valorizzazione su un edificio ne restituisca la memoria e i profondi valori del passato, di quello che è stata l’Europa, di quello che è stato il nostro Paese. L’Agenzia del Demanio ha il compito importante di riportare alla memoria i valori di questa grandezza cogliendo così l’opportunità del Futuro” - Il Direttore dell’Agenzia del Demanio, Alessandra dal Verme, ha aperto con queste parole il workshop - Le cinque “R” dell’Immobile Pubblico: Rigenerazione, Ricostruzione, Recupero, Riuso, Resilienza – che si è svolto il 18 aprile presso la Facoltà di Architettura della Sapienza Università di Roma, alla presenza della Pro Rettrice della Facoltà di Architettura della Sapienza Università di Roma Anna Maria Giovenale, del Sottosegretario al Ministero dell’Economia e delle Finanze Lucia Albano e del Commissario per la ricostruzione post-sisma 2016 Guido Castelli, per segnare la nuova prospettiva di intervento sugli immobili pubblici.

In particolare il Sottosegretario Albano, ringraziando l’Agenzia per il nuovo approccio concreto e la nuova visione, ha ritenuto di aggiungere al titolo del workshop una “R” in più, quella della “Reason Why”, cioè la ragione per la quale è importante, essenziale e prioritario occuparsi del patrimonio pubblico. Valorizzare il patrimonio significa esprimere non solo un valore economico in più, ma anche un valore sociale ed ambientale. E questo oggi lo si comprende in tutti i territori, e soprattutto in tutti quei territori che hanno subito ferite importanti, come nel caso del sisma o del dissesto idrogeologico. In ogni luogo in cui emerge l’esigenza di “rammendare” la trama economica della società che ha subito uno sfilacciamento “Perché quando si parla di società o di economia, in fondo, stiamo parlando di persone e imprese che devono andare al passo con una ricostruzione” ha sottolineato Albano. “È fondamentale che il patrimonio pubblico da detrattore ambientale possa diventare un fattore di sviluppo. Abbiamo una ricchezza nella nostra Nazione, una ricchezza che può essere valorizzata tramite strategie all’altezza dei nostri competitor europei. La sicurezza e la stabilità finanziaria sono proprio quello di cui abbiamo bisogno in questo momento. L’Italia ne ha bisogno per trovare un equilibrio tra quelle che sono risorse scarse e bisogni crescenti dei cittadini. Sicurezza e stabilità finanziaria sono anche le premesse per la modernizzazione di questa Nazione. Tutto questo può avvenire, e deve avvenire, solo con il contributo di ciascuno di noi”.

Il Commissario per la Ricostruzione post-sisma 2016 Guido Castelli, durante i saluti istituzionali, ha ricordato che “Il decreto Legge sulla ricostruzione, che è stato recentemente convertito dal Parlamento, è stato esplicito nell’aggiungere alle attribuzioni del Commissario straordinario per la ricostruzione pro-tempore anche la funzione della riparazione, invocata dal Sottosegretario Lucia Albano. Ricostruire e ricompaginare il patrimonio immobiliare è ormai acquisizione consumata e perfezionata anche a livello economico, deve sposarsi con la ripresa economica, con la tenuta della coesione sociale e con tutto quello che in qualche misura evoca, per quanto riguarda il rapporto con i beni, la rifunzionalizzazione. La ricostruzione impone due grandi linee di indirizzo: una volta che c’è stata una crisi sismica bisogna ricostruire meglio e bisogna in qualche modo sollecitare la comunità a seguire i processi di ricostruzione per evitare di replicare gli errori commessi e per consentire al patrimonio immobiliare e al consorzio umano di trovarsi meno impreparati”.

Dopo i saluti istituzionali, l’evento è proseguito con due tavoli tematici in cui sono state analizzate le relazioni tra caratteristiche naturali e modificazioni antropiche dei territori in cui si verificano catastrofi naturali, come i terremoti, e il fondamentale ruolo che un’attenta pianificazione territoriale può giocare. Alla prima tavola rotonda sul tema “Dall’emergenza alla ricostruzione - primi elementi per una riflessione” è intervenuto Fabrizio Tucci - Direttore del Dipartimento di Pianificazione, Design, Tecnologia dell’Architettura della Sapienza Università di Roma; Massimo Babudri - Direttore Servizi al Patrimonio Agenzia del Demanio; Andrea Prota - Ordinario di Tecnica delle Costruzioni, Università di Napoli Federico II e Paolo Segala - Coordinatore della Sezione Software di ISI - Ingegneria Sismica Italiana. La seconda tavola rotonda è stata invece dedicata alle “Strategie e strumenti per ri-abitare i territori in crisi” con gli interventi di Laura Ricci - Coordinatore del Dottorato in Pianificazione, Design, Tecnologia dell’Architettura della Sapienza Università di Roma; Filippo Salucci - Direttore Struttura per la Progettazione Agenzia del Demanio; Francesco Karrer – Architetto e Urbanista e Massimo Bricocoli - Direttore del Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano.

L’appuntamento è stato il terzo di un ciclo di incontri organizzati dall’Officina per la Rigenerazione dell’Immobile Pubblico, una struttura interna all’Agenzia istituita per avviare e promuovere una «rete di innovazione», costituita da attori nazionali e internazionali, con al centro l’immobile pubblico come collettore tra istituzioni e cittadini secondo una visione di «Public Building as a service». Un laboratorio dove mettere a fattor comune l’esperienza dell’Agenzia del Demanio, maturata con la gestione degli oltre 43 mila beni dello Stato, dove studiare gli effetti del cambiamento climatico sul patrimonio immobiliare pubblico ed identificare le migliori strategie per rendere gli immobili sostenibili e resilienti.

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