Il compendio è ubicato nel comune di Clivio, che sorge a 468 m s.l.m. nelle prealpi lombarde sul colle Clivium. Clivio è il primo comune del Monte San Giorgio. Nel territorio comunale si trova il monte Stucco ("mùnt Istúc" in dialetto varesotto) un colle coperto da boschi e foreste e attraversato dal Torrente Gaggiolo che in questo tratto del suo percorso viene denominato "Torrente Clivio". È un luogo di interesse turistico con percorsi interessanti e paesaggi spettacolari. Il nome Clivio deriva dalla sua stessa posizione: “quasi loco in clivium situ”, sorge cioè su di un colle (Clivium) che domina il Mendrisiotto e il Comasco, fino oltre il Montorfano della Brianza, al colle di S. Fermo e al colle S. Maffeo e alcune zone collinari minori, che degradano verso la pianura lombarda. Questo insieme presenta uno stupendo panorama. Il compendio demaniale risulta ubicato al confine con la Confederazione Elvetica, essedo stato nel passato, appunto, avamposto doganale.
Il compendio in oggetto è costituito da una ex Palazzina Doganale edificata agli inizi del 1900, posta a ridosso della linea di confine fra l’Italia e la Svizzera. Si tratta di una piccola e sobria costruzione in mattoni e pietrame locale con impianto planimetrico rettangolare, corpo scala centrale con pedate lapidee. Il compendio si sviluppa su n. 2 piani f.t. oltre al seminterrato ed al sottotetto non praticabile. In adiacenza al corpo principale sopra descritto è stata realizzata una piccola garitta posticcia di circa 6 mq che consta di un unico livello f.t. e copertura piana. Le pavimentazioni sono realizzate in marmette di cemento e graniglia di marmo, copertura a padiglione, manto in tegole di laterizio. I solai sono realizzati presumibilmente in legno con controsoffitto in incannucciato. La composizione dei prospetti, organizzata in partizioni orizzontali, propone una zoccolatura in finto bugnato liscio che simula blocchi regolari di pietra, fasce marcapiano con modanature replicate alla quota dei davanzali, cornice sottogronda coerente, eleganti angolari, assi di forature regolari (tre per i lati maggiori e uno per le testate) incorniciate a stampo. La facciata principale – ad est – è arricchita da un balcone centrale con balaustra a colonnine sorretto da mensole binate con decorazioni a volute e foglia d’acanto. Seppur spogliata dell’originaria funzione istituzionale, la palazzina riveste ancora un indubitabile interesse storico-testimoniale. L’edificio è posto in un lotto di terreno in declivio della superficie catastale complessiva di 310 mq ed occupa un’area di sedime di circa 90 mq – fabbricato principale – e di circa 6 mq – garitta. Da analisi visiva esterna emerge che la porta di accesso è in legno, chiusa da una catena con lucchetto; i serramenti esterni sono in legno con persiane anch’esse in legno. Alcuni vani finestra, per ragioni di sicurezza sono stati tamponati con pannelli in compensato. La garitta presenta un vano finestra tamponato con pannello in compensato. A causa delle scadenti condizioni manutentive il bene è stato dichiarato inagibile/inabitabile con Dichiarazione prot. n. 2014/16 del 15/01/2014.
Sulla base del Piano delle Regole, all’interno del Territorio non urbanizzato – Ambiti boscati e nei Tessuti dell’Urbanizzato come Residenze Sparse.