L’Agenzia del Demanio ha concesso alla Scuola Normale di Pisa l’uso di una porzione del Palazzo della Canonica in Piazza dei Cavalieri, complesso immobiliare di demanio storico artistico noto anche come “Chiesa dei Cavalieri di S. Stefano e Palazzo del Preposto”, progettato da Giorgio Vasari nella seconda metà del XVI secolo.

Oggetto della concessione è un’ala centrale del palazzo, l’ex alloggio del Rettore, di circa 700 metri quadrati, sopra il portale d’ingresso, facilmente riconoscibile per la presenza dell’unico balcone che affaccia sulla piazza. Questi spazi saranno destinati alla Biblioteca che, come il resto dell’immobile già in consegna alla Scuola Normale, è di proprietà della Regione Toscana.

Nel 2004 una porzione del complesso immobiliare, utilizzata a suo tempo dal Genio Civile, fu trasferita dall’Agenzia del Demanio alla Regione Toscana. Nel 2012 questi spazi vennero poi affidati in concessione alla Scuola Normale per ospitare una parte della raccolta libraria di particolare interesse culturale. La nuova acquisizione di questa porzione del Palazzo della Canonica consentirà di collegare le due porzioni del complesso immobiliare della Scuola Normale, migliorando la fruibilità dell’edificio.

Il Palazzo venne progettato come residenza dei cavalieri-sacerdoti dell’ordine di Santo Stefano. L’edificio venne in seguito destinato a residenza del clero, a uffici regionali e a sede di alcuni uffici periferici del Ministero delle infrastrutture. L’accordo con la Regione Toscana per il passaggio di gran parte del Palazzo della Canonica alla Scuola risale al 2007. Da allora la struttura è stata destinata a laboratori e a partire dal 2016 è diventata sede della Biblioteca. Ospitata in 3 palazzi storici, il Palazzo della Carovana, il Palazzo della Gherardesca e il Palazzo del Capitano, la Biblioteca della Normale vanta un patrimonio di oltre un milione e mezzo di libri nell’ambito dell’Antichistica, Letteratura, Linguistica, Filosofia, Storia, Arte, Fisica e Matematica, Chimica e Biologia, senza contare le riviste e le prestigiose collezioni appartenute a personalità della cultura e della ricerca, quali i fondi Cantimori, Momigliano, Luporini, Branca, Garin, Timpanaro, e più recentemente Pampaloni.

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